Supercoppa Primavera
25 Gennaio 2023
All'Inter non riesce la doppietta Scudetto-Supercoppa. 239 giorni dopo il Tricolore conquistato a Reggio Emilia ai danni della Roma, i nerazzurri di Chivu s'inchinano al cospetto di una grande Fiorentina: che rimane a galla grazie a Martinelli dopo l'occasione capitata a Iliev al secondo minuto, che si porta sul 2-0 già nel primo tempo sfruttando lo splendido sigillo su punizione di Amatucci e quello da fuori area di Berti, che resiste all'assalto finale interista dopo l'euro-gol di Owusu, che vince 2-1 dominando in lungo e in largo, che alza al cielo la seconda Supercoppa consecutiva dopo quella conquistata lo scorso anno ai rigori contro l'Empoli, la terza della propria storia eguagliando il record della Juventus. Quello dell'U-Power Stadium di Monza è anche il trionfo di Alberto Aquilani, che batte per la seconda volta in carriera l'amico ed ex compagno di squadra Chivu (i due tecnici hanno giocato insieme per tre anni alla Roma) e sale a quota cinque i trofei conquistati da allenatore. Viceversa, il tecnico rumeno mastica amaro come del resto la sua Inter, a cui non riesce l'impresa di invertire il trend negativo in Supercoppa (ben 3 finali perse negli ultimi 10 anni) e dunque a riportare il trofeo in viale Liberazione dopo l'ultimo - nonché unico - del 2018.
Non mancano le sorprese nelle scelte di Chivu, che accantona il 4-3-3 e punta su un 4-2-3-1 con Carboni sulla trequarti alle spalle dell'unica punta Zuberek. Iliev a sinistra e Martini a destra completano il reparto offensivo, mentre le chiavi del centrocampo sono affidate alla coppia Grygar-Andersen. A proteggere la porta di Botis confermato il duo Fontanarosa-Di Pentima, con Zanotti a destra e Dervishi a sinistra, a sorpresa preferito a un terzino sinistro di ruolo quale Pelamatti. La risposta di Aquilani è un 3-4-2-1 che dimostra perfettamente tutta la sfrontatezza del tecnico viola: perché accetta i rischi nell'esporsi all'uno contro uno in fase difensiva, ma soprattutto perché approccia la partita con il chiaro intento di controllarla e di aggredire alta l'Inter. Lo fa sfruttando la versatilità di Amatucci e Falconi in mediana, la velocità di Kayode e Vigiani sulle corsie, la tecnica di Berti e Di Stefano sulla trequarti, la fisicità di Toci in attacco.
La prima occasione del match capita però tra i piedi di Iliev: lanciato a rete dopo una dormita difensiva di Krastev, il centravanti bulgaro calcia clamorosamente addosso a Martinelli da ottima posizione (2'). È la parola fine al primo tempo dell'Inter e la parola inizio a quello della Fiorentina. Sponda nerazzurra è infatti buio pesto: lo conferma in primis l'ingresso forzato di Curatolo per Zuberek dopo soli 7 minuti, dopodiché il parziale che racconta di un netto 2-0 in favore della Fiorentina. Viceversa, sponda viola è già primavera: l'undici di Aquilani non solo ha la capacità di non far praticamente mai avvicinare l'Inter alla propria aria, ma riesce anche a giocare sul velluto e, dettaglio non indifferente, a portarsi meritatamente avanti di due lunghezze. L'1-0 è un autentico capolavoro di Amatucci: destro a giro su calcio di punizione, pallone che supera la barriera e s'insacca sotto l'incrocio dei pali (11'). Il 2-0 è invece frutto di un regalo di Dervishi, il cui disimpegno permette a Berti di accendersi e seminare il panico: prima punta ed elude la marcatura fin troppo soft di Di Pentima, poi batte per la seconda volta Botis con un gran mancino da fuori (24').
Il doppio svantaggio suggerisce a Chivu di cambiare qualcosa, tant'è che già all'intervallo effettua due sostituzioni: fuori Andersen e Martini, dentro Kamate e Owusu. La conseguenza? Un'Inter a trazione anteriore. Almeno sulla carta, perché la prima mezz'ora racconta ben altro: di una squadra che continua a macinare gioco, la Fiorentina, e di una squadra la cui pericolosità si limita a due tiri dal limite di Carboni (il primo ben parato da Marinelli al 13', il secondo bloccato facilmente dallo stesso estremo difensore al 27'), l'Inter. Il tutto fino agli ultimi 15 minuti, durante i quali succede di tutto. La miccia che riaccende il fuoco nerazzurro è un gol clamoroso di Owusu, che pesca il coniglio dal cilindro con un missile terra-aria da fuori area che finisce sotto l'incrocio dei pali (29'). Un fuoco rivelatosi presto di paglia: perché la Fiorentina, anche grazie alle mosse di Aquilani che inserisce prontamente Sene, Comuzzo e Berti, non rischia praticamente nulla e sfiora addirittura il tris con un destro splendido di Di Stefano che si stampa sul palo (36'); perché l'Inter, nonostante gli ingressi di Stankovic ed Esposito, non riesce a pareggiarla e nel finale rimane anche in dieci per la doppia ammonizione rimediata da Carboni.
INTER-FIORENTINA 1-2
RETI (0-2, 1-2): 11' Amatucci (F), 25' Berti (F), 29' st Owusu (I).
INTER (4-2-3-1): Botis 6, Zanotti 6, Fontanarosa 6, Di Pentima 5.5 (33' Stankovic sv), Dervishi 5 (38' st Esposito sv), Grygar 5.5, Andersen 6 (1' st Owusu 7), Martini 5.5 (1' st Kamate 6), Carboni 6.5, Iliev 5.5, Zuberek sv (7' Curatolo 5.5). A disp. Bonardi, Calligaris, Guercio, Stabile, Bonavita, Di Maggio, Sarr, Biral, Pelamatti. All. Chivu 5.
FIORENTINA (3-4-2-1): Martinelli 7, Biagetti 7, Krastev 5.5 (33' st Comuzzo sv), Lucchesi 6.5, Vigiani 6, Falconi 6.5, Amatucci 8, Kayode 7, Berti 7.5 (42' st Vitolo sv), Di Stefano 7, Toci 6 (33' st Sene sv). A disp. Tognetti, Vannucchi, Elia, Romani, Capasso, Baroncelli, Denes, Presta, Padilla, Nardi, Harder, Spaggiari. All. Aquilani 8.
ARBITRO: Scatena di Avezzano 7.
ASSISTENTI: Ferrari di Rovereto e Allocco di Bra.
QUARTO UOMO: Gauzolino di Torino.
ESPULSO: 44' st Carboni (I).
AMMONITI: Lucchesi (F), Owusu (I), Di Pentima (I), Amatucci (F), Vigiani (F), Carboni (I).