Tornei
01 Aprile 2022
Le rossonere festeggiano posando con la Women's Bracco Cup
Il Milan di Ilenia Prati alza al cielo di Milano la Bracco Cup Annovazzi 2022 piegando in finale un'Atalanta battagliera e capace di «spaventare il diavolo» con un gol lampo nei primi minuti. La rimonta è però immediata, ragionata e micidiale: gara ribaltata già nella prima frazione e messa in ghiaccio nel secondo tempo, con un 3-1 che incorona meritatamente le rossonere nel prestigioso evento di casa Enotria.
Lo scacchiere. Milan in campo con il solito sistema 2-4-2: davanti a Piombo il granitico blocco formato da Pomati e Carulli, in mezzo al campo Peres ha compiti più pratici e organizzativi, con la bacchetta magica in mano a Tomaselli; sulle fasce «sgasano» Montaperto e Bonanomi, davanti il dorato tandem Lupatini-Stendardi. Grande assente della serata è il capitano dell'Atalanta, Elena Vitale (impegnata con uno stage federale insieme alla compagna Parimbelli) che tanto preziosa era stata nel cammino della Dea: le nerazzurre scendono così in campo con Pellegrino tra i pali, linea difensiva composta dalle ottime Ghisleni e Corbetta, centrocampo che poggia sulla sicurezza di Chiappa e Osypchuk supportate dal lavoro a tutta fascia di Campana a sinistra, e di Bertola (stella stabilmente nel gruppo Under 17 ma convocata proprio per sopperire all'assenza di Vitale) a destra. In attacco Testa come punto di riferimento, con Amura che svaria attorno alla compagna con libertà di manovra.
Welcome to Palopoli. Nella ripresa Prati sostituisce Carulli con Rovati in difesa (dentro anche Rai per Piombo), spostando Montaperto sulla fascia opposta (a sinistra entra Di Falco), e dando spazio a centrocampo a Rabbolini per Tomaselli. In attacco Lupatini cede il posto a Palopoli. Nell'Atalanta la mossa è il decentramento di Chiappa sulla destra (al centro va Cortinovis entrata al posto di Amura), con Bertola avanzata in attacco al fianco di Brugali. Cambiano dunque le interpreti rossonere, ma la qualità resta immutata, e dopo una doppia iniziativa di Bertola a cavallo del minuto 9, il Milan pone definitivamente il suo marchio diabolico sulla sfida. Al minuto 13' Stendardi ispira Palopoli, che addomestica il pallone con un controllo da panico, e batte Belloli (subentrata anche lei per Pellegrino). Sul 3-1 l'Atalanta perde un po' di morale e lascia spazio, nell'ultima porzione di gara, a un calcio spaziale delle rossonere. La palla danza da una parte con giocate di fino, triangolazioni vorticose, lampi che rinconciliano con l'essenza di questo sport. C'è spazio ancora per una punizione velenosa di Stendardi, e per un'altra, proprio sulla sirena, ancora di Palopoli, che si stampa sull'incrocio dei pali.
La festa. Al fischio finale esplode la gioia del Milan al termine di una sfida vera in un torneo di prestigio (non è un mistero come il campionato non sia un test probante per giocatrici di questo livello. Gloria al Milan, espressione eccellente di un calcio, quello femminile, che esige più attenzione e rispetto anche da parte di un sistema calcio centrale che non ne promuove abbastanza lo sviluppo). Onore all'Atalanta, fiera avversaria capace di arrivare in finale al posto dell'Inter, e di lasciare una piccola ferita nel cammino perfetto delle rossonere.