Cerca

News

Lucento-Mannarino: addii amari, Alpignano alla finestra

Dopo il cambio di maglia di Andrea, il fratello Davide messo alla porta. Pierro: scelta legittima

Lucento-Mannarino: addii amari, Alpignano alla finestra

Davide Mannarino, classe 2007

Poche settimane fa Andrea Mannarino, insieme ai compagni Trombini, Qanaj e Pirrotta e al proprio ex tecnico Alberto Piazza ha lasciato ufficialmente il Lucento per accasarsi al Casale. A questo cambio si poteva pensare a una scelta simile anche per il fratello di Andrea, Davide. Il classe 2007 però aveva deciso di rimanere, ma la firma sul tesseramento annuale non è arrivata.

Andrea Mannarino

Andrea Mannarino, l'ex Lucento andato al Casale

LA VERSIONE MANNARINO

La famiglia Mannarino fa dipendere le cause dell'addio al Lucento del fratello minore e classe 2007 Davide, totalmente da una scelta del presidente rossoblù Paolo Pesce. Scelta che il padre ed ex dirigente sia dei 2007 che dei 2006 non ha digerito.

«Il tutto è nato la sera del 20 maggio, sul gruppo dei dirigenti e degli allenatori, dopo un messaggio in cui dicevo semplicemente che a una riunione organizzata in vista della prossima stagione non ci sarei stato io, ma mia moglie; dopo di che sono stato contattato da Pesce, dicendomi che ho fatto il dirigente per non pagare i 5 euro d’ingresso, che sono un seguace di Piazza e altro. Fatto sta che il sabato mattina, io e mia moglie abbiamo parlato con Alessandro Pierro (colonna societaria) e Pesce per chiarire, noi non sapevamo se Andrea rimaneva o no, e mi è stato detto che ho remato contro la società e il gruppo dei 2006, che ho sfasciato il gruppo, che ero negativo, cosa non vera per altro».



«Non ho mai remato contro il Lucento, anche perché, una volta che mio figlio ha preso la decisione, avrei potuto portare via anche Davide, ma non l’ho fatto, anche perché lui voleva restare e per me andava bene. Nel frattempo mi sono messo in contatto con Delli Calici, che mi ha detto che per lui il ragazzo faceva parte del gruppo. Il 1° luglio Delli Calici mi ha chiamato dicendomi di non firmare perché Pesce era ancora arrabbiato, in quanto era uscita la questione che Andrea andava a Casale con Piazza; detto questo io ho aspettato a firmare e la sera del 5 luglio mi è stato ribadito che il Presidente non voleva che mio figlio firmasse.

Io sono senza parole perché non capisco proprio perché per delle “eventuali colpe” del padre, debba pagare il figlio che ha dimostrato e manifestato l’attaccamento alla maglia volendo rimanere nonostante tutto; ma poi non è neanche colpa mia, mica ho fatto andare via io tutti, qualcuno ha deciso di seguire Piazza come noi, ma tutti gli altri che se ne sono andati, sono andati altrove, mica a Casale. Per molti versi è simile alla storia di Barranca, i figli pagano per le colpe di qualcun altro, e nel mio caso io non ho nessuna colpa. Davide non ha fatto niente, anzi ha dimostrato di voler rimanere e tu lo tratti così, sono senza parole». 

FUTURO ALPICELESTE

Davide Mannarino

Davide Mannarino, l'ormai ex difensore del Lucento

Dopo 4 anni in rossoblù, sembra giunta al capolinea l'avventura di Davide con il Lucento. La soluzione sembra chiamarsi Alpignano: la squadra di Campasso potrebbe rappresentare un'occasione per lui per ripartire e lasciarsi tutto alle spalle, ogni scenario sembra possibile, ma quel che è certo è che il rapporto col Lucento si è ormai rotto del tutto.

LA RISPOSTA ROSSOBLÙ


Alessandro Pierro

In casa Lucento si rivendica la legittimità della decisione della sepazione totale dalla famiglia Mannarino, nonostante la volontà di Davide fosse quella di rimanere. A spiegare il perché è Alessandro Pierro, colonna portante della società di Corso Lombardia e allenatore dell'Under 17:

«Per quanto riguarda la questione legata a Davide so poco e nulla, quello che posso dire è che sia legittimo da parte di una società prendere determinate decisioni; se si è pensato che non rientrava più nella programmazione per qualcosa legato al padre, è giusto che una società faccia le sue valutazioni e che poi le comunichi alla famiglia in questione. Molte volte succede che quando uno dei due fratelli va via, e anche l’altro lo segue, questa volta è successo il contrario e va bene così, questo fa parte del calcio. Credo che la scelta della società sia legittima perché sono arrivati tanti 2007 (ad oggi abbiamo 28 giocatori), ed è giusto prendere delle decisioni su quali ragazzi confermare e quali no (come accade in tutte le società) e che come il genitore ha diritto di decidere se rimanere o meno in società, anche la società fa lo stesso nei tempi e modi che reputa opportuni».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter