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Under 17 Femminile

A 15 anni saluta il Napoli e si trasferisce da sola a Milano. È la nuova numero 10 dell'Inter e della Nazionale

Un giorno dopo aver perso lo Scudetto di Senigallia sul taccuino nerazzurro c'era già il suo nome per rinforzare l'attacco

A 15 anni saluta il Napoli e si trasferisce da sola a Milano.  È la nuova numero 10 dell'Inter e della Nazionale

Foto FIGC

È il tardo pomeriggio del 30 giugno 2023 allo stadio "Goffredo Bianchelli" di Senigallia, nelle Marche. Tra le persone che stanno guardando la finalissima Scudetto tra Milan e Inter c'è una ragazza: è appena uscita dagli spogliatoi dopo aver giocato un'altra partita importantissima, quella che è valsa al suo Napoli il terzo posto assoluto davanti alla Roma.

La stagione è ufficialmente terminata dopo l'ultima fatica, molte sue compagne allentano comprensibilmente la tensione e staccano finalmente gli occhi e la testa del campo. Molte sue compagne, ma non lei. Martina Romanelli, classe 2008 di Giugliano, rimane concentrata a seguire la partita che avrebbe voluto giocare più di tutte, a osservare in azione alcune tra le giocatrici più forti d'Italia. Ciò che quel giorno Martina non sa ancora, è che quelle ragazze sarebbero diventate nel giro di qualche settimana le sue compagne di squadra.

DALLA POLISPORTIVA MARISTI AL NAPOLI

La connessione tra lei e il pallone è un istinto di nascita; qualcosa di assoluto e irrinunciabile. Ciò che emoziona di più nella storia di Martina, e che la accomuna ad altre ragazze giunte a livelli così alti, è la forza mostrata nel percorrere quella che per lei era l'unica via possibile, superando ogni ostacolo, anche le perplessità iniziali della sua stessa famiglia. Quella del calcio per Martina non è stata una scelta, non è stata un'opzione fra altre. Il calcio è ciò per cui è nata. Quindi stop, fine di ogni altro discorso. Al diavolo la danza, lo scetticismo, la cattiveria della gente per cui "se sei femmina devi fare cose da femmina", oppure non vai bene.

Queste ragazze non sono soltanto delle calciatrici, sono delle vere e proprie eroine; per il maschi il calcio è qualcosa di dovuto, di scontato, di naturale. Alle ragazze nessuno perdona né regala niente, anzi, se può toglie; il loro è un continuo dover dimostrare, un continuo dover conquistare qualcosa che il mondo ha stabilito che non gli appartiene. C'è una fierezza diversa nel loro viaggio controcorrente, un fuoco, una rabbia pulita negli occhi di queste ragazze che i maschi non hanno, e che rende sotto questo punto di vista il calcio femminile più emozionante di quello maschile.

Martina fin da piccola trova nel fratello Claudio un modello e un compagno di giochi. Classe 2007 lui, che oggi milita nelle giovanili di Serie C del Giugliano Calcio, ma che iniziò a giocare nella Polisportiva Maristi, portandosi di fatto con sé anche la sorella. Gli allenatori di Claudio convincono la famiglia a iscriverla, e la presenza in società di una ragazzina diventa anche un elemento di richiamo per altre bambine della zona. La svolta arriva però sei anni fa quando a Pomigliano D'Arco Martina partecipa a uno stage organizzato dal Napoli. Due giorni di lavoro alla ricerca delle migliori ragazze della zona. Lei può farne solo uno, ma le basta per guadagnarsi subito la sua prima grande chiamata della carriera.

DALL'AZZURRO AL NERAZZURRO

Quelli di Napoli sono anni intensi, pieni di sacrifici da fare per lei per la sua famiglia, col piccolo Francesco appena nato in casa Romanelli e altri due fratelli impegnati con il calcio. Ma sono tante anche le soddisfazioni ottenute indossando una maglia speciale. Arrivano assieme ai successi con il Napoli la convocazione nella rappresentativa territoriale della Magna Grecia, ma soprattutto i primi contatti con l'Azzurro dell'Italia, con l'Under 16 di Viviana Schiavi.

Ci si riaggancia così all'inizio di questo articolo: il 30 giugno l'Inter 2008 perde lo Scudetto contro il Milan; l'1 di luglio la responsabile delle giovanili Simona Zani ha già individuato quale sarà il grande rinforzo per la prossima stagione: Martina Romanelli. E il fatto che abiti a 800 chilometri dal Pertini di Sesto San Giovanni è un dettaglio che non frena la volontà di portarla in nerazzurro. La decisione per la ragazza non è semplice: lasciare la famiglia, gli amici, le compagne, per trasferirsi da sola a Milano. A quindici anni.

Ma lo staff e il mondo nerazzurro la accompagnano e la seguono in tutto e per tutto, mostrando grande cura e attenzione alla persona prima ancora che alla calciatrice. Così, lo scorso 3 settembre Martina Romanelli si trasferisce nel convitto riservato agli atleti dell'Inter, in zona Niguarda, all'interno del quale continuerà anche il percorso di studi frequentando il liceo sportivo.

UNA DIECI CHE SA FARE TANTE COSE

Il suo ruolo naturale è quello di esterna alta d'attacco, utilizzabile su entrambe le fasce per via della sua capacità di utilizzare bene entrambi i piedi. Nella prima occasione in cui l'abbiamo osservata in azione in nerazzurro, però, Romanelli agiva più centralmente: trequartista e fulcro offensivo del 4-2-3-1 di Alessio Marelli. Una posizione in cui la sta provando anche il selezionatore della Nazionale Under 17 Jacopo Leandri nelle sfide di qualificazione al prossimo Europeo in programma proprio in questi giorni a Cosenza. Al di là della zona di campo occupata, però, due cose colpiscono di lei.

Una è la rapidità di pensiero e di gamba negli spazi stretti, affinata negli anni di calcio a nove, ma conservata e perfezionata anche nel passaggio a undici. L'altra è la classe, nel senso più ampio del termine. La classe, nel calcio, è la capacita di effettuare giocate difficili facendole sembrare semplicissime; è l'abilità nel trasformare in bello le cose più normali. È ciò che più fa innamorare di questo sport.
Per diventare un professionista però serve anche altro, e Martina Romanelli da Giugliano lo sa. Servono mentalità e una grande cultura del lavoro, e dei da questo punto di vista è una macchina che ha sempre messo il calcio davanti a tutto. Non beve bibite gassate, non sgarra sull'alimentazione, non si distrae mai dall'obiettivo. Tanto da ricordare in questo un'altra stella del firmamento nerazzurro.

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