Serie A
25 Novembre 2023
Francesco Camarda, nato a Milano il 10 marzo 2008: è il più giovane esordiente della storia della Serie A
25 giugno 2022: il giorno in cui tutto cominciò, per la prima volta. 25 novembre 2023, oggi: il giorno in cui in cui tutto comincia, per la seconda volta. In mezzo, 518 giorni: pieni di gol, di record, di emozioni, di tappe bruciate una dietro l'altra. Dalla Fiorentina - e dalla finale dello Scudetto Under 15 - alla Fiorentina e alla Serie A. «Sogno di esordire con questi colori e di vivere emozioni come queste» aveva dichiarato quel giorno nella sua prima vera intervista, e oggi quel sogno è realtà. Francesco Camarda, infatti, a soli 15 anni, 8 mesi e 15 giorni ha fatto il suo debutto ufficiale con i grandi: è il più giovane esordiente della storia del calcio italiano.
Un predestinato, e questo ormai lo sanno tutti. E del resto i suoi numeri parlavano chiaro fino da subito: 22 gol in Under 15 con la ciliegina della firma decisiva nella finalissima per lo Scudetto, 26 gol l'anno dopo e sempre da sottoetà, già 5 gol quest'anno con la formazione Primavera di Ignazio Abate giocando contro ragazzi di tre o anche quattro anni più grandi. Con la disinvoltura del futuro campione, con la naturalezza di chi sa fare gol in ogni modo, con la personalità di un adulto nonostante la sua giovanissima età. Il suo momento è arrivato alle 22:30 di sabato in uno stadio leggendario come San Siro: sull'1-0 per il Milan, Camarda ha dato il cambio a Jovic quando al termine della partita mancavano 7 minuti più recupero. In 14 minuti Francesco ha toccato un paio di palloni (uno andando in contrasto su Parisi, l'altro cercando di scartare Milenkovic), ha aiutato in fase difensiva con la Fiorentina che premeva alla ricerca del pareggio e più in generale ha dimostrato che la sua presenza in campo era tutto fuorché casuale.
Francesco Camarda e il sogno realizzato: contro la Fiorentina ha esordito in Serie A entrando al posto di Luka Jovic
Anche la sua storia, ormai, è di dominio pubblico. I primi passi mossi nell'Afforese, piccola società della periferia nord di Milano, con Piero Colangelo e Massimo D'Amaro; le caterve di gol segnate nell'Attività di Base rossonera; la prima esplosione in Under 15 e Under 16 fino al triplo salto in prima squadra complici le assenze contemporanee di Giroud, Okafor e Leao. «Il talento non ha età. Il destino ti crea certe occasioni, dobbiamo essere bravi ad accompagnarlo. È molto giovane ma dal punto di vista caratteriale è già maturo. È felice di stare con noi ed è pronto se ci sarà bisogno» aveva dichiarato Stefano Pioli nella conferenza stampa prima della partita con la Fiorentina. E parole dolci erano arrivate anche da un totem come Fikayo Tomori: «Quello che ho visto è un po’ pazzesco, ha 15 anni. A 15 anni io non ero così. Si muove bene in area. Se entra in campo certamente lo aiuteremo. Sono contento per lui, la cosa più importante stasera è la vittoria».
Ma com'è arrivato Camarda al Milan? «Il mio responsabile di allora - racconta Giovanni Vallelonga, l'osservatore che per primo notò il suo talento sui campetti dell'Afforese - mi disse che aveva visto un ragazzino giocare in spiaggia e che secondo lui non era niente male. Entro in contatto con i genitori e decido di andare a vederlo dal vivo: c'era una nebbia incredibile, ma non ebbi alcun dubbio e dissi a Giorgio Manna che il Milan doveva assolutamente provarlo». Vallelonga, che oggi - dopo le esperienza con Inter, Milan, Parma e Pergolettese prima di tornare in rossonero - è il Coordinatore dell'Area Scouting del Settore Giovanile del Monza, all'epoca era uno degli allenatori del Real Milano (guidava in panchina i Giovanissimi) e un segnalatore per la zona di Lodi del vivaio rossonero e quando Luca Gnutti - oggi alla Brianza Olginatese, portata anche a vincere uno Scudetto nei Dilettanti - gli indicò questo giovanissimo talento non ci pensò due volte ad andare a visionarlo. «Il primo provino che fece al Vismara (il centro sportivo delle giovanili del Diavolo, ndr) fu surreale: su un'ora e mezza di allenamento, per un'ora e un quarto Francesco non voleva giocare. Poi si convinse, e in un quarto d'ora incantò tutti quanti». Eppure gli inizi di Camarda al Milan non furono semplicissimi: l'allenatore di allora lo faceva giocare sulla fascia, finché l'intervento diretto di Mauro Bianchessi - allora Responsabile dell'Attività di Base e oggi numero uno del vivaio del Monza dove ha incrociato nuovamente le strade con Vallelonga - non lo riposiziona come punta centrale. Fu la svolta della sua carriera: ancora tutta da scrivere.
Giovanni Vallelonga (a destra) insieme a Michele Cioffi ai tempi del Segrate
Se questo sabato 25 novembre 2023 per Camarda è un giorno storico, è anche perché le porte girevoli della vita hanno voluto che Francesco prendesse fin da piccolo la strada del Milan. Non una cosa scontata, visto che quel giovane talento che giocava nell'Afforese aveva attratto le attenzioni anche di altre squadre: anche l'Atalanta, ma su tutte c'era l'Inter. In quel momento fu decisiva la famiglia, presente allora e presente ovviamente in prima fila al Meazza in questa notte magica. Mamma Federica, papà Manuel, lo zio Luca a cui Francesco è attaccatissimo hanno guardato - probabilmente con gli occhi lucidi - l'esordio del loro Francesco. Che a fine partita si è preso anche l'investitura del capitano, Davide Calabria, che ai microfoni di Sky ha parlato così del bomber 15enne: «Ha talento ma ci sono tanti ragazzi con talento, deve godersela ma deve lavorare per arrivare a certi livelli: può farcela, ha la testa sulle spalle o cercheremo di aiutarlo». Vai Francesco, adesso tocca a te.
Francesco Camarda da piccolo, quando giocava nell'Attività di Base del Milan